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L’allattamento

Il cibo ha importanza e significati complessi legati alla cultura, al momento storico, alla salute dell’individuo, alla fase di vita che sta attraversando. Durante la gravidanza il cibo assume un’importanza fondamentale: le mamme devono iniziare a prestare attenzione a cosa mangiano, a quanto ne mangiano, a cosa devono assolutamente evitare e cosa, invece, è importante per la crescita del nascituro. Questa attenzione continua anche dopo la nascita del bambino e per tutto il periodo dell’allattamento.

L’allattamento ci parla della forte interdipendenza tra madre e bambino: i momenti di contatto e vicinanza permettono lentamente la reciproca esplorazione e conoscenza. Nei primissimi giorni di vita il ritmo delle poppate è molto frequente, va così creandosi una profonda intimità e una progressiva conoscenza della coppia madre – bambino.
L’allattamento è comunicazione, reciprocità e contatto.
All’inizio il neonato non è consapevole della presenza dell’altro, perché l’altro, nel momento in cui soddisfa i suoi bisogni, è percepito come una parte di sé. Poi, pian piano, attaccandosi al seno, riconoscendo la voce della madre, l’odore, i rumori dell’ambiente, il bambino entra in contatto con tutto ciò che è diverso da sé.
La percezione dello stimolo della fame e l’attesa di una risposta nutriente aprono all’esperienza dell’alternanza tra stati di dispiacere e piacere. L’equilibrio tra questi stati è fondamentale: sapere che al suo chiedere giungerà risposta corrisponde a costruire la base di una relazione di fiducia. Successivamente, questa potrà diventare fiducia nel ritorno del genitore qualora si allontani.
Nell’essere nutrito, il bambino impara a riconoscere le proprie sensazioni, a riconoscere la presenza e la capacità dell’altro di soddisfarle e a sperimentare un senso di piacere. Il cibo buono, oltre a soddisfare gusto e appetito, rinforza l’immagine positiva delle cure.
Per la salute del bambino e per la relazione madre-bambino è importante che l’allattamento rappresenti un momento di piacere e coinvolgimento reciproco: è durante l’allattamento che la mamma, oltre a nutrire il suo bambino, lo guarda, lo accarezza, lo coccola e lo protegge.
E’ qui che avvengono i primi contatti visivi, il bambino è accolto dalle braccia materne e sperimenta un senso di pienezza e di fiducia.

Ogni bambino ha il suo temperamento, una personale tendenza alla pigrizia, alla voracità, alla lentezza o alla vivacità: ciò, inevitabilmente, deve potersi armonizzare con il temperamento della madre, con le sue caratteristiche personali, le sue certezze e le sue incertezze.
Così, a volte, un bambino sentito come troppo desideroso del seno può far sentire la mamma in difficoltà e nell’impossibilità di pensare ad una possibile fine: attaccare e staccare il bambino dal seno può divenire una fatica. Viceversa, un bambino poco interessato può far sentire la mamma incapace di offrirgli cose buone e accattivanti.

Eventuali difficoltà nell’allattamento, che si tratti della fatica di attaccare il bambino al seno o della difficoltà a staccarlo, creano un carico di preoccupazione ed emozione. La possibilità di avere uno spazio in cui poterle esprimere può aiutare ad alleggerire la relazione con il bambino dall’eccesso di tensione e, nello stesso tempo, ad ampliare lo sguardo su di sé e sull’ambiente.

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