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Gravidanza e parto

Un bambino, prima di venire al mondo, nasce nella mente e nella storia dei suoi genitori. Fantasie, desideri e curiosità accompagnano e avvicinano i futuri genitori alla nascita del loro bambino.

I mesi della gestazione sono un periodo eccezionale sia dal punto di vista fisico, per i cambiamenti che avvengono nel corpo della donna, sia dal punto di vista psichico, per la ricchezza delle emozioni provate da entrambi i genitori. Queste emozioni possono avere a che fare con paure (rispetto alla salute della donna e del bambino), preoccupazioni (rispetto alle proprie capacità di cura-accudimento) e ambivalenze (sul desiderio di genitorialità), anche quando la gravidanza è desiderata e pianificata.

Ogni donna e ogni uomo vi fa fronte in maniera diversa, ricordi e sensazioni legati alla propria infanzia e all’essere stati a propria volta figli possono riaffiorare in forme e modi non sempre riconoscibili e raccontabili. Tutto ciò comporta un cambiamento nella propria persona e prepara, nella mente della coppia, un posto per il bambino. Durante i primi mesi di gravidanzail bambino è una presenza che c’è e non c’è, pian piano comincia a farsi spazio il “bambino immaginario” che raccoglie le aspettative, le speranze e le fantasie di entrambi i genitori fino all’incontro con il “bambino reale”, al momento della nascita.

Per una donna portare e crescere nel proprio ventre il suo bambino è l’esperienza del legame più intimo che si possa provare nella vita. Questa esperienza finisce ineluttabilmente con una separazione rappresentata dal parto.

Proprio per l’intensità delle emozioni, la gravidanza è accompagnata da sentimenti contrastanti e ambivalenti.

É normale che una donna in gravidanza possa sentirsi felice ma anche spaventata, desiderare il momento del parto e della nascita ma, allo stesso tempo, nutrire il desiderio di tenere il bambino dentro di sé per sempre; pensare il suo bambino sano e bellissimo e temere malformazioni e malattie.

Sentimenti contrastanti possono essere provati anche alla nascita del bambino. Infatti, al suo arrivo subentrano nuovi ritmi, nuove responsabilità e si modifica l’equilibrio della coppia.

Sarà importante che i genitori possano costruire tra loro un’alleanza fatta di sostegno reciproco ma che abbiano anche la capacità di lasciare spazio all’altro e di essere in relazione sia con il partner sia con il bambino.

Anche quando le prime relazioni sembrano centrate solo sulla coppia mamma-bambino, la figura del papà, sia quella reale sia quella portata nel pensiero della mamma, è fondamentale per lo sviluppo del figlio.

Anche il papà ha le sue fantasie, i suoi interrogativi e i suoi pensieri rispetto al figlio e al suo diventare genitore. La sua figura è importante perché svolge un compito di sostegno della compagna durante la gravidanza e della coppia madre – bambino nelle prime fasi di vita .
Nello stesso tempo, il papà, quando sostituisce la madre,
introduce delle differenze perché i suoi gesti sono diversi: questo permetterà al papà di riconoscere la complessità dei compiti materni, ma anche di creare una sua relazione con il bambino, che così imparerà a conoscere la madre, il padre e se stesso nell’interazione con loro.

Poi, nel tempo, il papà assumerà un altro compito altrettanto importante per lo sviluppo del bambino: dovrà accompagnare madre e bambino fuori dal rapporto di completa interdipendenza, modulando il conflitto del figlio tra il bisogno di dipendenza e le spinte all’autonomia.

L’accesso alla genitorialità rappresenta, quindi, un momento di passaggio in cui la storia personale dei partner, le aspettative reciproche e il confronto con il “bambino reale” possono generare incomprensioni e interferire con l’equilibrio delle relazioni. Lo scambio con altri genitori o con figure di supporto extra-familiari può rappresentare un’occasione per esprimere i vissuti emotivi e favorire la reciproca comprensione, pur in assenza di problematiche specifiche nello sviluppo del bambino e/o nella relazione di coppia.

Consigli di lettura: “Diventare genitori. Il concepimento, la gravidanza, il primo anno: la formazione di un legame profondo e le difficoltà del percorso”. A cura di Emanuela Quaglia e Marguerite Reid. Collana Cento e un bambino, ed. Astrolabio.

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