Coyote

Medé

Medé / Approfondimenti  / Il sonno
sonno bambino culla

Il sonno

Il sonno è una funzione fisiologica fondamentale che favorisce la maturazione neurologica. Per questo motivo, quanto più i bambini sono piccoli, maggiore è il loro bisogno di dormire.
L’alternanza delle fasi sonno/veglia segue un’ “architettura” che va modificandosi con l’età: il sonno del neonato non rispetta i ritmi circadiani. Quando il bambino è molto piccolo, si susseguono cicli di sonno della durata di circa 3 o 4 ore e, solo col trascorrere dei mesi, si assiste alla lenta concentrazione del sonno nelle ore notturne e ad un aumento della veglia nelle ore di luce. Quindi, nel corso dello sviluppo, i ritmi del bambino si adeguano gradualmente a quelli dei genitori.

Col procedere della crescita, si sviluppa una capacità autoregolativa che permette al bambino di accedere a ritmi di sonno più evoluti che si alternano a momenti in cui si trova tra la veglia e il sonno. Questi momenti sono arricchiti da scoperte: il bambino inizia a muoversi nella culla, ad emettere dei vocalizzi, ad esplorare con lo sguardo l’ambiente circostante e, talvolta, può ritrovare il sonno senza l’intervento dei genitori.
Tale capacità autoregolativa si basa su caratteristiche personali, come il particolare temperamento e la predisposizione del bambino, ma anche sulla qualità della regolazione che riceve dall’esterno, ossia dal modo in cui i genitori rispondono ai suoi ritmi. La risposta dei genitori ai ritmi del bambino può essere determinante nel facilitare o ostacolare il processo di autoregolazione.

Il momento dell’addormentamento ha un importante significato legato all’esperienza della separazione. Rappresenta, per il bambino, la capacità di lasciarsi andare: allentare il controllo vigile del mondo intorno a sé, nella fiducia di poterlo ritrovare al risveglio così come lo si è lasciato. Anche i genitori, però, devono fare i conti con le proprie paure e sentimenti ansiosi riguardo ciò che potrebbe accadere al bambino una volta lasciato solo.

E’ normale che in certi periodi, significativi per lo sviluppo del bambino, ci possano essere dei risvegli notturni: pensiamo, ad esempio, allo spuntare dei primi dentini, al periodo dello svezzamento, a quando la mamma riprende a lavorare o all’inserimento al nido.
Ciò a volte è fonte di preoccupazione e può comportare una risposta automatica, come per esempio “il bambino si è svegliato perché ha fame” e si risponde sempre con il biberon o il seno; oppure “si sveglia perché vuole la mamma” e si fornisce sempre immediata vicinanza e contatto prendendo il bambino in braccio e portandolo nel letto dei genitori.

Può essere utile, invece, cercare di comprendere il tipo di comunicazione che soggiace a questi episodi e fornire risposte di volta in volta più adeguate. Così, piano piano, i genitori arrivano a costruire una comunicazione con il bambino: il risveglio viene interpretato, gli viene attribuito un significato e può essere fornita una risposta con esso coerente.
Accorrere al primo lamento del bambino e rispondere al suo bisogno di immediata protezione, cosa apparentemente rassicurante, può invece consolidare nel bambino una difficoltà a riaddormentarsi e nei genitori portare all’instaurarsi di cicli viziosi dove altre emozioni come colpa, frustrazione e rabbia si confondono. Ciò può portare a vivere con molta ansia il momento del riposo, già prevedendo il risveglio nel cuore della notte.

Riposare bene è fondamentale per il benessere psicofisico del bambino e dei genitori. Quando i ritmi sonno-veglia sono vissuti come fonte di preoccupazione e ansia, è importante poter trovare uno spazio di ascolto e confronto per poter meglio comprendere la natura di queste difficoltà.

Letture consigliate:

  • “Il corpo del bambino e i suoi segnali. Malattie psicosomatiche, disturbi del sonno e dell’alimentazione, ansia e attacchi di panico” a cura di Daniela Montecatini Prawitz e Emmanuela Quagliata, Collana Cento e un bambino, ed. Astrolabio.
  • “Il sonno nel bambino”, Hélène de Leersnyder, ed. Pendragon.
  • “Mio figlio ha meno di 1 anno”, Dina Rosenbluth, Armando Editore.

Nessun commento

Scrivi un commento