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Iniziando a conoscersi: funzioni fisiologiche e relazione nel primo anno di vita

Nell’infanzia il corpo è un mezzo per esprimere le proprie emozioni e sensazioni.

Quando un genitore lava, cambia e accarezza il suo bambino non soddisfa solo i suoi bisogni corporei ma promuove il benessere ed il piacere fisico, cercando di modulare e dare un significato alle stimolazioni eccessive. Quando lo culla, lo consola e gli canta le ninna nanne, cerca di dare un contenimento alle sensazioni che il bambino vive. Mentre, con il gioco e le parole, cerca di creare uno spazio di scambio che aiuta il bambino a modulare le emozioni.

Così, attraverso un processo che è spontaneo e quasi inconsapevole, mente e corpo si integrano. Il bambino si trova in un’iniziale situazione in cui non distingue ciò che proviene dal suo corpo, in termini di sensazioni e bisogni, e ciò che proviene dall’esterno, cioè le cure che riceve.

L’intervento amorevole dei genitori permette al bambino di transitare verso una situazione di maggiore integrazione, dove può investire il suo corpo, riconoscerne i limiti, iniziare a percepire la differenza tra sé e l’altro, riconoscere le fonti del piacere e del dispiacere. In questo modo, diventa capace di provare un primo sentimento di identità.

Ma, qualche volta, le cose possono complicarsi. Il bambino non dorme, non si tranquillizza, rifiuta l’alimentazione e presenta sintomi sul corpo (coliche, dermatite, etc.).

Salomonsson (2016) parla in questi casi di “preoccupazioni intorno al bambino” riferendosi, da una parte, all’agitazione e alle incertezze dei genitori che prevalgono sul piacere della relazione con il loro bambino, dall’altra alle esperienze negative che alcuni neonati vivono attraverso il corpo mostrando dei sintomi come a comunicare che “c’è qualcosa che non va”. In questo modo il corpo diventa veicolo per esprimere gli affetti nella relazione.

Ogni bambino viene al mondo con delle caratteristiche peculiari che lo rendono parte attiva nell’ambiente: le sue funzioni fisiologiche, come l’allattamento e il ritmo sonno – veglia, sono influenzate dagli aspetti temperamentali e dalle predisposizioni genetiche. Per esempio, alcuni neonati sono più facilmente consolabili e altri meno, alcuni si rilassano nell’abbraccio e altri sono più tesi, alcuni controllano rapidamente l’eccesso di stimolazione e altri, invece, reagiscono più a lungo. Queste peculiarità influenzeranno lo strutturarsi delle relazioni perché il modo in cui il genitore percepisce il temperamento del bambino a sua volta guida e influenza i suoi comportamenti e i segnali affettivi. Questa percezione quindi, modella le dinamiche relazionali e il processo di sviluppo.

A volte, può accadere che i ritmi fisiologici del bambino non si armonizzino con quelli dei genitori o con le loro aspettative o che la comparsa di sintomi sul corpo del bambino desti preoccupazione. Per questa ragione, talvolta, uno spazio di confronto su queste tematiche, sia con altri genitori o con figure di supporto extra-familiare, può aiutare a guardare con altri occhi la situazione comprendendo il significato del sintomo o, eventualmente, a riconoscere problematiche specifiche che possono meritare l’attenzione di uno specialista.

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